Oltre la Crisi: Il Mediterraneo non è Locale, è Globale. Ecco Perché (MED 2025 ISPI)
Il Mediterraneo non è un semplice mare nostrum; è lo specchio e, sempre più spesso, il motore delle dinamiche geopolitiche globali. È questa la tesi centrale che emerge dalla pubblicazione e dalla conferenza “MED 2025: Il Mediterraneo globale oltre le crisi” organizzata da ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale). L’iniziativa si posiziona come un appuntamento fondamentale per analizzare una regione che è simultaneamente crocevia di energia, migrazioni, conflitti e cooperazione.
Perché il Mediterraneo è “Globale”
Il titolo stesso, Il Mediterraneo globale, suggerisce un superamento della visione tradizionale e ristretta della regione. Le crisi che oggi agitano il Mediterraneo non sono isolate, ma hanno radici e conseguenze che si estendono ben oltre i suoi confini costieri:
- Geopolitica dell’Energia: La scoperta di nuove riserve di gas e la rottura delle catene di approvvigionamento con l’Est hanno reso il Mediterraneo Orientale e il Nord Africa cruciali per la sicurezza energetica europea. Progetti come i gasdotti e le interconnessioni elettriche definiscono nuove alleanze strategiche.
- Sicurezza e Conflitti: Le guerre in Medio Oriente e le instabilità in Nord Africa non solo generano flussi migratori, ma attraggono l’attenzione (e spesso l’ingerenza) di potenze esterne come Turchia, Russia e Cina, trasformando il mare in uno scacchiere di competizione tra grandi potenze.
- Cambiamento Climatico: Il Mediterraneo è uno degli hotspot climatici globali, dove l’aumento delle temperature e l’aridità esasperano le tensioni sociali ed economiche, alimentando la fragilità degli Stati costieri.
L’analisi di ISPI mira dunque a fornire una visione strategica a lungo termine, essenziale per superare la gestione “emergenziale” che ha caratterizzato la politica europea nell’ultimo decennio.
La Sfida: Guardare “Oltre le Crisi”
Il vero valore della pubblicazione MED 2025 risiede nella sua ambizione di guardare oltre la mera descrizione dei problemi. Si cercano soluzioni concrete e si esplorano le opportunità di cooperazione che potrebbero stabilizzare la regione.
Il documento probabilmente esaminerà come l’Italia e l’Unione Europea possano evolvere da attori passivi, colpiti dalle crisi, a protagonisti attivi in grado di promuovere stabilità attraverso:
- Diplomazia Economica: Partnership non predatorie (come auspicato dal Piano Mattei italiano) che favoriscano lo sviluppo infrastrutturale e la crescita economica in Nord Africa.
- Multilateralismo Rinnovato: La necessità di coinvolgere attori regionali chiave e organizzazioni internazionali per costruire un consenso sulla gestione delle risorse e della sicurezza marittima.
“MED 2025” non è solo un rapporto, ma un invito all’azione rivolto a policy maker, analisti e imprese. Indica che la stabilità e la prosperità del Mediterraneo sono direttamente collegate alla prosperità dell’Europa.
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