Milano, urbanistica sotto accusa: il caso Sala e le ombre

L’inchiesta sull’urbanistica milanese travolge Palazzo Marino e accende il dibattito su potere, architettura e politica.
L’inchiesta sull’urbanistica milanese travolge Palazzo Marino e accende il dibattito su potere, architettura e politica. Asii.it

L’inchiesta sull’urbanistica milanese travolge Palazzo Marino e accende il dibattito su potere, architettura e politica. Le chat tra Sala e Boeri, le pressioni dei costruttori e il sistema di relazioni tra amministrazione e grandi progetti: Milano è ancora un modello da esportare?

Milano, capitale economica d’Italia, oggi è anche epicentro di uno scandalo giudiziario che mette in discussione l’etica amministrativa e l’autonomia delle scelte urbanistiche. La Procura ha aperto un’indagine che coinvolge l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e il costruttore Manfredi Catella, ma ora emergono dettagli che lambiscono direttamente il sindaco Giuseppe Sala e il noto architetto Stefano Boeri.

A far discutere, più delle ipotesi di reato, sono le relazioni evidenziate dalle chat acquisite dagli inquirenti. Da quelle conversazioni, secondo i magistrati, emergerebbe una dinamica poco trasparente nella quale le linee guida dei grandi interventi urbanistici venivano spesso orientate da influenze esterne, attraverso canali personali e pressioni informali. Una governance parallela, dicono le carte dell’inchiesta, in cui costruttori e archistar giocavano un ruolo determinante.

In particolare, spiccano i messaggi tra Sala e Boeri, che discutono di progetti, possibili nomine e scelte strategiche su aree chiave della città. Tutto in una cornice in cui il confine tra politica, interesse pubblico e affari privati sembra farsi sottile. La giunta si difende parlando di «ricostruzioni arbitrarie», ma lo scenario solleva domande scomode sul modello Milano: un sistema che ha attirato investimenti e trasformato il volto urbano, ma che oggi appare vulnerabile sul fronte della trasparenza.

Con ventuno indagati, l’inchiesta si allarga e rischia di coinvolgere altri soggetti dell’establishment cittadino. Per un Paese alle prese con la transizione ecologica e il PNRR, la vicenda rappresenta un banco di prova cruciale sulla qualità della governance urbana. L’indipendenza della politica dalle lobby immobiliari e il rispetto delle procedure pubbliche diventano temi centrali non solo per Milano, ma per l’intero sistema Italia.

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